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La storia

Papa NIccolò II, nomina Roberto

"Il Guiscardo" Duca di Pugliaa e Calabria.

Agli albori del secondo millennio arrivò nell'Italia meridionale una nuova popolazione: i Normanni, mercenari al servizio dei duchi di Salerno, Benevento, Napoli e dgli stessi Bizantini.

Nel 1027 il loro capo Rainulfo Drengot ottenne dal duca di Napoli, in cambio dell'aiuto prestato nella guerra contro Capua, la contea di Aversa; iniziò così la conquista di tutto il mezzogiorno d'Italia portata a termine da Roberto detto Il Guiscardo, duca di Puglia. Tale dominazione durò fino alla fine del XII secolo.













Con l'ubbidienza di Acerenza e di tutta la Puglia al conte Umfredo nel 1053, come apprendiamo dal poeta Guglielmo Pugliese, gli acheruntini dopo alcuni anni si ribellarono al conte, ma furono ridotti all'obbedienza con le  armi  da Roberto "Il Guiscardo" che nel 1061 riconquistò Acerenza e la riconsegnò al conte Asclettino ( anno 1061 Robertus dux coepit civitatem Acheruntiam).

Roberto durante il concilio di Melfi nel 1059 aveva prestato giuramento di fedeltà alla chiesa di Roma. Nello stesso concilio il vescovo di Acerenza Godano, monaco Cluniacense, artefice della pace tra il papato e i Normanni, fu insignito del titolo di arcivescovo metropolita, con giurisdizione ecclesiastica sulle sedi vescovili di Potenza Tricarico Tursi, Venosa e Gravina. Fu allora che il novello arcivescovo, con i generosi finanziamenti di Roberto, iniziò la costruzione di una nuova e più imponente cattedrale, degna del più importante ruolo assegnatogli da Papa Niccolò II.

















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​Tuttavia fu Arnaldo abate di Cluny venuto al seguito di altri Normanni, che nominato arcivescovo nel 1067, continuò e portò a compimento i lavori di costruzione a mezzo di maestranze locali, dirette da architetti francesi che trasferirono in loco le architetture transalpine dell'abbazia cluniacense. Lo stesso Arnaldo nel 1080  consacrò solennemente il nuovo e maestoso tempio a Santa Maria Assunta e San Canio.

Una moneta d'oro con l'effigie di Roberto " Il Guiscardo"

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